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Titolo: Lo spettatore universitario. Chi la fa l'aspetti

Data: 1952-11-15

Relazione: Ateneo, anno 4 n. 1 p. 5

Identificatore: 04_01_05_03

Testo: LO SPETTATORE
UNIVERSITARIO
________———__——— “ Chi la fa l'aspetti„
Si comincia col dare un'occhiata alle
cose locali e subito constatiamo che
l’uomo del giorno è l’ex pontefice, l'ex presidente, l’ex qui, l’ex là Vito
Antonio Risucci, il quale, tornato dai
diporti estivi ha ricostituito l'
A. T. U.
Associazione Torinese Universitaria, di gloriosa memoria, divenendone, na­
turalmente, il presidente.
Quindi annunci dettati ai giornali
dal Vito Antonio, dove si parla di
bella tradizione, goliardia d’altri tem­
pi e persino del Risorgimento.
A noi, che non abbiamo troppa fi­
ducia nell’informazione storica dell'ex
(ancora) « conservator goliardiae » la
faccenda dell’A.T.U carbonara fonda­
ta nel 1848 non va troppo giù, ma
siccome le ricerche della verità sono
lunghe e costose, ve la diamo come
l'abbiamo avuta e appena ne sapremo
di più ve ne informeremo. Intanto a
turbare la neonata associazione è ar­
rivata l’
INCACCHIATURA FAGÀ
cioè quella presasi da Attilio Fagà, ultimo presidente dell’antica A.T.U., al quale, all’atto dello scioglimento, era stato affidato il compito di vi­
gilare sulle possibilità di ricostituzione
e di darne approvazione, nonché sta­
tuto, archivio ecc., solo a goliardi de­
gni Il Risucci se ne è fatto il clas­
sico baffo a cavatappi e il Fagà non
lo ha avvertito manco per lettera. Di
qui l'incacchiatura. Che non è la sola
in quanto i cardinali del
CORNO TAURINO
s’incacchiano alla loro volta perchè
il Risucci s’è proposto, s’è votato, s’è
approvato tutto da solo il passaggio
del « Corno » con armi e bagagli (leg­
gi : cassa) in grembo all’A.T.U., an­
che qui senza neanche dare una vo­
ce al Concilio della Goliardia, unico
competente in simili decisioni.
Dopo tante procurate incacchiature
il Vito Antonio ha dato le dimissio­
ni da ogni carica. Eh? Chi l’avrebbe
mai detto? Però prima ne ha fatta
un’altra delle sue: quindi noi vi rac­
contiamo l’ultima
MARACHELLA DI RISUCCI
dopo di che, siccome l’argomento in­
comincia a pesare, passeremo ad al­
tro.
La faccenda è questa. Qualche tem­
po fa un quotidiano cittadino pub­
blicava la notizia di accordi inter­
venuti tra il Pontefice e l’Autorità
Accademica per cui tornava in auge
la bella e vigorosa tradizione del pa­
piro. E si precisavano termini dell’ac­
cordo, avvertimenti e regolette varie.
Senonchè la cosa oltre non essere ve­
ra, in quella forma di annuncio con­
clusivo, veniva a rompere bellamente
le uova nel paniere a poveri diavoli
di goliardi che in faticosi colloqui
privati con professori del Senato Ac­
cademico, cercavano appunto un ac­
cordo sui papiri- Di chi la causa?
Del Solito! Che recatosi nella reda­
zione del quotidiano aveva pregato gli
ospitassero la notizia. Preso quindi
per gli stracci dai cardinali del Corno, per l’ennesima volta incacchiat
i (altro
che logorio della vita moderna!), il
Nostro tranquillamente manda al gior­
nale una lettera che smentisce la no­
tizia. Conclusione : gara tra il Vito
Antonio e il redattore che ebbe il
torto di fargli una cortesia, mentre
sul tavolo del Rettore, p. c. (per co­
noscenza) s’accumulano le smentite, le smentite delle smentite e le smentite
alle smentite delle smentite
Decoroso e serio, n'est pas?
Comunque a chi piange sulla defi­
nitiva perdita di ogni dignità da
parte degli studenti, offriamo questa
settimana
DEI PROFESSORI
dalla quale si potrà agevolmente ve­
dere che in fatto di dignità i disce­
poli seguono i maestri.
Quindi in ordine di importanza in­
cominciamo dal cosidetto
SCANDALO SALVEMINI
costituito da una lettera inviata al
prof. Paolo Lamanna, direttore de II
Giornale dell‘Università, da Gaetano
Salvemini, ordinario di storia moderna
nell’Università di Firenze; nella cui
lettera si denunzia un simpatico epi­
sodio o, meglio ancora, la bella con­
dizione dei nostri istituti di cultura.
Ecco la lettera nei brani essenziali.
« Caro Lamanna. Non è il caso di
far nomi. Basterà dire che la scena
si svolse in una Università dell'Italia
meridionale. Nel febbraio scorso si do­
vevano fare gli esami con un profes­
sore che non aveva mai — dico mai
— fatto lezione e che nessun alunno
aveva mai — dico mai — visto. Si
sapeva solo che ci sarebbero stati gli
esami per quella materia in quella
data aula.
Una cinquantina di studenti aspet-
tava la Commissione esaminatrice, e
nessuno arrivava.
« Visto che nessuno arrivava, tre
studenti combinarono una burla. Si
presentarono solennemente, annun­
ziandosi come la commissione esa­
minatrice, presero l'elenco dei can-
didati e chiamarono il primo.
Naturalmente gli pseudo professo-
ri erano ignorantissimi della mate­
ria e i candidati idem.
Ma i primi compresi del sacro
dovere, bocciarono per quattro volte
finchè l'ultimo, una studentessa, da
in smanie e per calmarla bisogna
raccontarle che è stata una burla.
La lettera prosegue :
« Come mai il preside di quella
facoltà e il rettore di quella univer­
sità permettono uno sconcio e una
commedia di quel genere? Come mai
le famiglie accettano di essere deru­
bate del denaro che pagano per le
tasse scolastiche, da un professore la­
dro? Che gioventù è sfornata anno
per anno da quella università? Non
si dovrebbe chiudere immediatamente
quel centro di infezione intellettuale
— e peggio ancora — morale nel­
l’Italia meridionale?
« Si blatera molto di problema me­
ridionale. Ma il problema meridio­
nale è quello: il problema di una
borghesia intellettuale vuota e moral­
mente marcia, che pesa in modo
spaventoso e sulla vita dell'Italia me­
ridionale e su quella di tutta Italia ».
Della faccenda ci si è occupati an­
che alla Camera (non per questo pe­
rò perde d’importanza) e il ministro
Segni ha detto che non è vero nien-
te. Noi cercheremo di saperne qual­
cosa strigliando i nostri corrisponden-
ti; per intanto facciamo contento il
ministro col dirgli che se non è
vera, di verità ha tutta l’apparenza
poiché protagonista di una storia
simile è stato tempo addietro
UN PROFESSORE
DEL POLITECNICO
di Torino, il quale é eziandio consu-
lente tecnico in una grande indu­
stria della città, che sembra occupare
tutto il suo tempo, se di una set-
tantina di lezioni che avrebbe dovu-
to tenere durante l’anno accademi-
co, ne tenne al più una decina.
Venne anche qui il giorno dell’esa-
me: gli studenti aspettano e il profes-
sore non compare. Allora a qualcu­
no viene in mente di informarsi
presso la grande industria, qualora
il professore fosse là dentro occu­
pato. Telefonano e una voce mera­
vigliatissima assicura che il profes­
sore è al Politecnico dove si é re­
cato per esami importanti. In breve:
per quel giorno il professore non
compare; arriva il giorno dopo furi­
bondo che gli si siano scoperte le
pudenda anche prèsso l’industria cui
la scusa del Politecnico poteva tor­
nar buona anche quando, magari, se
ne andava in collina con le mino­
renni.
Fatto sta che si buttò nell’esame
1 come « lion fà nell’arena » e quei
colpevoli te li ha stangati tutti.
E’ d'accordo on. Segni che son
cose che fanno schifo?
Passando a cosine più leggere, sem­
pre in ordine alla summentovata di­
gnità, incontriamo un
DUELLO AL POMODORO
avvenuto durante la villeggiatura, a
Pescocostanzo (Aquila), tra un pro­
fessore e uno studente. Questi infat­
ti riuscito a penetrare nella camera
del docente gli aveva fatto il bello
scherzetto di mutargliela in camera
ardente con una sagoma fatta con
cuscini, sotto le lenzuola e quattro
ceri agli angoli del letto. Tornato a
casa e vistosi davanti quella roba il
professore per poco non resta secco
dal terrore; poi rimessosi, decide di
essere stato offeso e manda un car­
tello di sfida allo studente. Evitate
per intervento di amici armi perico­
lose, ai duellanti sono stati conse­
gnati dieci grossi pomodori a testa.
Quindi, spalla contro spalla, fatti
cinque passi a comando, secondo la
prassi, hanno iniziato il tiro. Vinci­
tore dello scontro lo studente per otto
centri su tre, dal che si deduce che
l’uso con la cattedra non giova alla
precisione del tiro.
Accontentati così, coloro che la­
mentano la troppa gravità accademi­
ca dei professori, dedichiamo una
« citazione di ringraziamento » al
PROFESSOR GETTO
il quale agli esami, dopo aver dato
il voto s’informa sollecito se lo stu­
dente sia contento e se non andrà
poi a scrivere un articolo su « Ate­
neo ». La cosa dura da giugno, per­
ciò: grazie Professore, repetitia iu­
vant.
Ora velocemente vi segnaliamo in
un negozio di Via S. Donato una
cassettina per offerte con la scritta
DATE IL VOSTRO OBOLO
PER LE UNIVERSITÀ
CATTOLICHE
il che, state sicuri, fa un bellissimo
vedere. Se volete sapere l’indirizzo
scriveteci, così ve l'andate a vedere
e vi convincerete che non raccontia­
mo balle.
Quindi l’Università del S. Cuore
annuncia l’apertura di nuove facoltà
mentre il
POLITECNICO DI TORINO
che non riceve oboli di sorta, cade
letteralmente in pezzi e non soltan­
to metaforicamente come sarebbe, ri­
ferito al suo bilancio, che è quello
che è, malgrado gli sforzi di quel
sant’uomo del dott. Martini, diret­
tore amministrativo; bensì gli si a-
prono i muri e vengon giù i corni­
cioni, per cui è stato necessario met­
tervi le «guardie». E ciò senza aspet­
tare che il beneplacito della burocra­
zia permetta di condurre a termine
la nuova sede.
In campo nazionale universitario, di nuovo c’è l’uscita ora quasi rego­
lare de « // Bo » giornale degli stu­
denti di Padova, e di « Tramonta­
na », degli studenti di Perugia. Dal
che si vedono i frutti del congresso
della stampa universitaria — mode­
stamente — organizzato da noi di
« Ateneo » l’anno scorso.
La cosa migliore è però il
PUTIFERIO PASSERO
scatenato cioè dalla nostra vecchia
conoscenza Passero, consigliere di Na­
poli in seno all'
U.N.U.R.I. Infatti, all’ultimo consiglio dell’Unione Na­
zionale il nostro consigliere Sergio
Bocca si è dichiarato abbastanza po­
co contento che le 250 lire pagate
da ogni studente torinese per la
U.N.U.R.I. dovessero servire a man­
tenere gente di sedi che non danno
niente o pagano 50 lire come Na­
poli. Al che il suddetto onestissimo
Passero si è alzato fuori dei gan­
gheri e ha cominciato a gridare che
ora capiva come andava l'amministra­
zione dalle sue parti; in quanto an­
che a Napoli gli studenti pagano
250 lire e se all’U.N.U.R.I. ne ar­
rivano solo 50, qualcuno s'incarica
di incamerare il resto.
Naturalmente facce verdi degli al­
tri consiglieri napoletani, lannuzzi e
soci, putiferio, urla e nomina di una
commissione che deve interrogare...
Passero; questo perchè non si può in­
dagare su delle parole. Noi natural­
mente rimaniamo degli ingenui, poi­
ché credevamo che proprio sulle pa­
role si dovesse indagare, dato che
per i fatti c’è la Magistratura.
Quindi poiché siamo in tema di
VENTO DEL SUD
vi notifichiamo che lo stesso ci ha re­
cato un annunzio matrimoniale spedito
da Giarre (Terronia sicula - Catania)
semplicemente a questo indirizzo: Gio­
vane universitario Valentino Foti, To­
rino. Naturalmente quel poveruomo
del postino è già stato bravo a por­
tarlo a noi, mentre la cosa sta a di­
mostrare quale idea precisa si abbia
di Torino nella luminosa Trinacria.
Sempre lo stesso vento — dalla Sarde­
gna però questa volta — ci ha por­
rato la notizia dell’arresto di un
BRIGANTE MEREU
e qualche giorno dopo, quella del­
l'arresto di una donna dello stesso
nome.
Noi che da anni abbiamo tra i pie­
di — all’Interfacoltà, al giornale e
in altri numerosissimi luoghi — un
Pier Carlo Mereu, è inutile dire che
continuiamo a sperare.
Per questa volta la rassegna è fi­
nita.
Vi va l’idea dello « Spettatore »?
Si fanno quattro chiacchiere, s’informa
i colleghi di tante piacevoli faccende, altrimenti taciute.
Ma d'altra parte dovete darci una
mano, per cui si licenzia questa
AVVERTENZA A’ LEGGITORI
con la quale tutti i colleghi sono pre­
gati di collaborare allo « Spettatore »
segnalando le cosette interessanti che
ci possano riguardare come studenti;
aprendo gli occhi e tendendo le orec­
chie, ma, ci raccomandiamo, documen­
tandosi e non raccontando balle, se
no ne va del buon nome e della
libertà personale. Per il resto: dor­
mite tranquilli : io vigilo!
Lo spettatore
Il primo. (Disegno di Gigi Cappa Bava)

File: PDF, TESTO

Collezione: Ateneo del 15 novembre 1952 (contiene il numero intero)

Citazione: Lo spettatore e Gigi (Luigi) Cappa Bava, “Lo spettatore universitario. Chi la fa l'aspetti,” Riviste degli studenti, ultimo accesso il 09 dicembre 2023, https://rivistestudenti.unito.it/items/show/587.