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Titolo: La redazione di "Ateneo" devastata da un gruppo di goliardi

Autore: Aldo Narducci; Vincenzo Incisa; Vittorio Boni

Data: 1955-03-01

Relazione: Ateneo, anno 6 n. 8 p. 1

Identificatore: 06_08_01_01

Testo: La redazione di "Ateneo"
devastata da un gruppo di goliardi
Sulla denuncia fatta al Rettore deciderà il Senato Accademico - Le dimissioni del
pontefice e una sua lettera di scuse - Una lira “simbolica, a titolo di risarcimento
Un grave fatto ha turbato il Car­
nevale Goliardico: la devastazione
della nostra redazione.
Ciò è avvenuto venerdì 18 feb­
braio verso le ore 15.30 subito do­
po
la visita d’omaggio fatta da Gian­
duja al Rettore Magnifico al Palazzo
dell'Universi
tà in Via Po 17. Nume­
rosissimi erano i Goliardi presenti al­
la tradizionale visita della maschera
torinese e i più si allontanarono as­
sieme al corteo carnevalesco; ne ri­
masero una ventina che, guidati dal
Pontifex Maximus Gaudentius se­
cundus musicus, al secolo Gian De
Martini, penetrarono in redazione do­
ve si trovava la segretaria Ida Vil­
letti. Il Pontifex chiese di parlare
con il direttore Incisa e saputo che
non si trovava in quel momento in
redazione, si allontanava lasciando sul
posto il gruppo dei goliardi che, mes­
sa da parte la segretaria che cer­
cava di opporsi al vandalismo, co­
minciò a rovesciare i tavoli e le scri­
vanie, a strappare riviste e giornali, a sconvolgere (ed è rimasto il danno
più notevole) lo schedario alfabetico
di oltre 10.000 abbonati. Interveniva
frattanto Giuseppe Magrini, custode
del Palazzo, cercando inutilmente di
trattenere gli energumeni che, finita
la loro prodezza, si davano a preci­
pitosa fuga.
Prontamente avvertito giungeva In­
cisa e si può immaginare con quale
animo prendesse visione dello stato
in cui era stata ridotta la redazione
del suo giornale. Col redattore Nedo
Ivaldi, uno dei primi a giungere sul
luogo del « fattaccio », il direttore si
recava dal Rettore, Prof. Allara, per
informarlo dell’accaduto, essendo la
redazione di « Ateneo » ospite del Pa­
lazzo dell’Università. II Rettore, in
considerazione della gravità del fat­
to avvenuto nei locali stessi dell'Uni­
versità, ha deciso di convocare al più
presto il Senato Accademico per i
provvedimenti disciplinari del caso.
Frattanto giungevano i giornalisti, fo­
tografi e venivano informati gli a­
genti del Commissariato di Polizia.
Il giorno seguente su tutti i quoti­
diani cittadini era dato ampio risal­
to, con documentazioni fotografiche, alla devastazione della nostra reda­
zione; da allora ci giungono da tut­
te le parti attestazioni di solidarietà
e le più gradite sono certamente quel­
le degli universitari che numerosis­
simi hanno voluto venire di perso­
na. Verso le ore 10 del predetto
19 febbraio viene in redazione, con
nostra grande sorpresa, lo stesso Pon­
tifex Maximus, ma in atteggiamento
ben diverso dal giorno prima; mesto
ed avvilito ci dichiara che viene a
Canossa con il capo cosparso di ce­
nere a chiedere scusa e perdono per
quanto accaduto riconoscendo la sua
parte di responsabilità e assicurando
di pagare i danni. D’innanzi a que­
st’atto di vera umiliazione e penti­
mento il direttore Incisa ha deciso
di soprassedere alla denuncia ed alla
querela, per cui esistono tutti gli e­
stremi, ottenendo la garanzia di una
lettera ufficiale di scusa, di una lira
simbolica per i danni e l’impegno di
segnalare gli autori materiali del fat­
to. Ecco la lettera inviata dal Pon­
tefice:
Caro Incisa, facendo seguito al colloquio avuto
ieri con te, ti invio la seguente per
rinnovarti, questa volta per iscritto, le mie scuse per l’atto vandalico com­
piuto nella Redazione di "Ateneo".
Già con le dimissioni da Pontefice
Massimo della Goliardia torinese ho
voluto riconoscere la mia parte di
responsabilità e sopratutto per non fare
ricadere la colpa dell'accaduto in­
dubbiamente grave, sull'organizzazio­
ne goliardica, essendo l’iniziativa par­
tita da un gruppo di goliardi all’in­
saputa del SOTC.
Tengo comunque ad esprimerti il
mio rincrescimento e ti prego di non
voler considerare come atto di go­
liardia il gesto di un gruppo di scon­
siderati.
Con la speranza che i cordiali rap­
porti tra "Ateneo” e SOTC non ri­
sultino compromessi ti invio il mio
saluto. Gian De Martini
Frattanto l'ambiente goliardico era
piombato in piena crisi e nella se­
rata stessa si radunava in seduta
straordinaria il Collegio Cardinalizio
con l’intervento pure dei « vecchi »
goliardi e pontefici. Al termine della
riunione era emesso il seguente co­
municato: «
Il Collegio Cardinalizio
del Supremus Ordo Taurini Cornus
riunitosi d'urgenza in seguito agli in­
cresciosi fatti accaduti nella sede del
giornale " Ateneo", ansioso di far lu­
ce sugli avvenimenti ed appurarne le
responsabilità, ha accolto le dimissioni
che il Pontefice Massimo Gian De
Martini ha presentato, profondamente
amareggiato per essere stato coinvolto
in una situazione creata da quel grup­
po di universitari che ha inscenato
la manifestazione di dubbio buon
gusto Il Collegio Cardinalizio, soli­
dale con il Pontefice nel rimettere ad
una commissione di reggenza l'alto
incarico, tiene a precisare che non
mancherà di portare tutto il contri­
buto della sua sincera collaborazione
al Magnifico Rettore perchè i fatti
siano messi nella loro giusta luce e
responsabilità; mentre fa proprie le
scuse che già il Pontefice aveva fat­
to alla direzione del giornale "Ate­
neo "».
Al posto del dimissionario Gauden­
tius (che era Pontefice non per vo­
lontà del Collegio Cardinalizio, co­
me sarebbe stata prassi normale, ma
per imposizione del Senato Goliar­
dico) è stato chiamato come Reggen­
te con pieni poteri, Vito Antonio Ri­
succi che fu Pontifex nell’anno
1951-52 con il nome di Vitus Lu­
cius Secundus Magnificus, e che è
stato certamente il Pontefice di mag­
gio prestigio in questi ultimi anni.
« Ateneo » considera chiusa la
questione per quanto riguarda le pu­
nizioni penali dei responsabili e si
rimette alle Autorità Accademiche
per quelle prettamente disciplinari.
Aldo Narducci
Brutto episodio
Quando i fatti sono così par­
lanti e tali da interessare vi­
vamente l'opinione pubblica, i
commenti possono parere su­
perflui e sarebbe forse meglio
lasciarli al lettore. Tuttavia, non possiamo fare a meno di
riprovare profondamente quan­
to un gruppo di sconsiderati
ha compiuto nella nostra reda­
zione. Certamente si trattava
di una risposta al nostro arti­
colo « Goliardia al tramonto », comparso sul precedente nu­
mero di « Ateneo ». Non poten­
do o non sapendo rispondere
nei modi proprii delle persone
civili, i goliardi, sotto lo sguar­
do divertito del loro pontefice, ci hanno devastata la redazio­
ne. Ha poco interesse il fatto
che i danni non siano stati ri­
levanti: il gesto è di per sè così
grave da non ammettere di es­
sere soppesato sotto il profilo
patrimoniale. Eravamo convin­
ti della giustezza delle nostre
osservazioni scrivendo il già
citalo articolo, ma eravamo ben
lungi dal pensare che ci avreb­
bero offerta una prova così
esatta del suo valore.
Poi, compiuto il gesto e mi­
suratane la gravità (più sotto
l'aspetto della pena che sotto
quello della colpa), tutti a im­
plorare, a mandare ambascia­
tori, a scongiurare « non vor­
rai vendicarti », « abbi pietà », «siamo nelle tue mani». Avrem­
mo preferito un atteggiamento
più franco e conseguente, chè
certo mai abbiamo pensato a
« vendicarci ». Non abbiamo
sporta denuncia all'autorità di
P. S., malgrado il consiglio in
contrario di molti, proprio per
dimostrare che quello che ci
interessa non sono le vendette, anche se eravamo nel pieno di­
ritto di usare questo sistema.
Ci siamo limitati a denunciare
i fatti al Rettore Magnifico che, giustamente indignato, prende­
rà i provvedimenti del caso, attraverso la convocazione del
Senato Accademico, e a richie­
dere, oltre al nome dei colpe­
voli, un formale atto di scusa
e ritrattazione per quanto com­
piuto. Era il minimo che po­
tessimo fare per rimanere nei
termini di giustizia e decoro.
E aggiungiamo un chiaro mo­
nito a quegli alti papaveri del­
la goliardia, che pensano di
poter assumere atteggiamenti di
ribellione, a non pregiudicare
una situazione che è nel com­
plesso favorevole (e non certo
per la loro burbanza), ma che
potrebbe — ove lo volessero —
tornare scottante a tutto loro
danno.
Il pontefice si è dimesso e
ha fatto bene. Il reggente è
persona che conosciamo da tem­
po e che speriamo possa con­
tribuire a rimettere le cose in
sesto. Si fidi sulla nostra colla­
borazione sincera. Non abbiamo
mai lavorato per abbattere, se
non quanto riteniamo stupido, scostumato ed inutile. Si provi, con una azione umile e costan­
te, a dimostrare che la goliar­
dia è ancor viva e saremo di­
sposti ad ammetterlo. Con la
brutalità delle azioni di forza
si sancisce soltanto un tra­
monto indecoroso. V. I.
La solidarietà dell'UNURI
Roma, 19 febbraio 1955
Caro Vincenzo, ho appreso stamane dalla stampa
della avvenuta devastazione dei loca­
li della redazione di " Ateneo " ad
opera di un gruppo di irresponsabili
i quali certamente ignorano anche il
significato della parola educazione. È
certo triste dopo tanti anni che si
continua a lavorare per creare in uni­
versità una libera ed ordinata comu­
nità di studenti, trovarsi di fronte a
fatti del genere.
Voglio esprimerti la simpatia mia
personale e dell'UNURI per quanto
da te compiuto attraverso il giornale
che dirigi per gli studenti torinesi.
Sono certo inoltre che in questa oc­
casione come nelle altre difficoltà che
attual
mente si presentano alla demo­
crazia universitaria la immensa mag­
gioranza degli studenti è con noi
nella nostra azione e nelle nostre ini­
ziative.
A te ed alla Redazione di "Ate­
neo ” il saluto più cordiale e l'augu­
rio di poter continuare in un proficuo
lavoro. Tuo
Vittorio Boni
(Presidente dell'UNURI)
Le scuse del Pontefice. Da sinistra: Ferdinando Cortese, Nedo Ival­
di, Vincenzo Incisa, Gian De Martini e Aldo Narducci.
Ecco com'era la nostra sede dopo l'assalto dei goliardi.

File: PDF, TESTO

Collezione: Ateneo del 1 marzo 1955 (contiene il numero intero)

Citazione: Aldo Narducci; Vincenzo Incisa; Vittorio Boni, “La redazione di "Ateneo" devastata da un gruppo di goliardi,” Riviste degli studenti, ultimo accesso il 24 settembre 2023, https://rivistestudenti.unito.it/items/show/1218.