Un problema umano e sociale che va risolto (dettagli)
Titolo: Un problema umano e sociale che va risolto
Autore: Giovanni Battista Zorzoli; a. r.
Data: 1955-04-01
Relazione: Ateneo, anno 6 n. 10 p. 3
Identificatore: 06_10_03_02
Testo:
L'INCHIESTA SUGLI STUDENTI LAVORATORI
Un problema umano e sociale che va risolto
a cura di G. B. ZORZOLI
Frattura tra aspirazione e realtà
La realizzazione dell’in
chiesta sugli studenti lavo
ratori si inquadra in quella
attività di attenta ricogni
zione della realtà universi
taria che il nostro giornale
va da tempo conducendo.
Il problema che questa
volta abbiamo affrontato si
presta ad una meditazione
particolarmente feconda di
sviluppi e di agganci a una
realtà più generale, al com
plesso fenomeno della vita
nazionale. « Studenti lavora
tori », studenti cioè in cui
si rivela particolarmente a
cuta la frattura fra aspira
zione e realtà, in cui la
tensione vitale fra il dato
e il desiderio rischia ad o
gni istante di frantumarsi
nelle more di una attesa sor
da, in un ambiente spes
so ostile.
Situazione in sè tragica, anche per le possibilità di
assuefazione che offre, per
il rigore delle scadenze cui
si è sottoposti.
Il fatto si è che, nel frat
tempo, passa la giovinezza:
ritroveranno, « dopo », la lo
ro strada, il loro esatto o
rizzonte, adesso così offu
scato, questi nostri amici?
Non sappiamo, e comun
que non ci interessa; il pro
blema è generale, ma è an
che individuale, e se anche
uno solo rimanesse irrepa
rabilmente condizionato da
una attuale esperienza ne
gativa, questo dovrebbe ba
stare a farci star male.
E' ancora una volta un
problema da impostare in
termini non paternalistici, bensì in termini di lavoro
comune, dall’aiuto spiccio
lo quotidiano, alla rivendi
cazione sindacale, al dibat
tito che mantenga viva la
attenzione su un tema che
— si badi — ci interessa
realmente tutti, se è vero
che non esistono problemi
staccati, ma tutti si influ
enzano a vicenda e insieme
condizionano lo svolgimen
to della vita della colletti
vità.
Da molto tempo l’Univer
sità, istituto eminentemen
te burocratico, promette
quello che non dà: non è
evidentemente tutta col
pa sua, ma se noi per pri
mi — gli studenti — impa
reremo a interessarci e a
lottare per i nostri proble
mi non tutte le speranze
potranno dirsi perdute: sa
rà stata anche questa una
via per riconquistare quel
« sentimento universitario »
— che è anche il difficile a
more della fratellanza — che
talora ci sembra irrimedia
bilmente perduto. a. r.
LE DOMANDE
DEL QUESTIONARIO
È giunto il momento di conclude
re l'inchiesta sugli studenti lavoratori, il cui successo sotto certi aspetti è
stato superiore all'attesa.
La schedina allegata al n. 4 di
« Ateneo » conteneva le seguenti do
mande : a) Facoltà ed anno di corso;
b) Genere ed orario di lavoro; c) Mo
tivi che determinano la necessità di
lavoro; d) Ti è possibile - pur lavo
rando - seguire il piano di studi e so
prattutto « sentirti studente », oppure
ti senti tagliato fuori dal mondo dei
problemi, ricerche, studi, vita dell’Uni
versità?
A esperienza fatta, possiamo sotto
lineare alcune deficienze nella formu
lazione delle domande, deficienze che
hanno reso più difficile e meno at
tendibile lo spoglio delle risposte. Il
comma c) si è dimostrato troppo ge
nerico. Molti hanno frettolosamente
risposto « motivi economici » : ciò è
equivalso a non rispondere, in quanto
tale affermazione era scontata in par
tenza (solo cinque persone hanno ad
dotto motivi non economici, cioè
desiderio di indipendenza, come deter
minanti del proprio lavoro). Sarebbe
forse bastato scrivere "motivi speci
fici”, o meglio ancora aggiungere fra
parentesi la formulazione dei princi
pali motivi standard, per orientare le
risposte e facilitare il compito di chi
doveva esaminarle.
Per quanto concerne la domanda sul
piano di studi non è stato sempre pos
sibile comprendere se nella risposta si
alludesse all'avere più o meno otte
nuto le firme di frequenza piuttosto
che all'avere superato tutti gli esami
o almeno quelli fondamentali. Se si
fosse chiesto il numero degli esami
superati, magari pregando di distin
guere fra fondamentali e complemen
tari, automaticamente la risposta a
vrebbe dato un panorama esatto della
posizione scolastica dei singoli, specie
per quanto concerne gli studenti an
cora in corso.
La domanda "ti senti o meno stu
dente" soffre invece di una errata im
postazione psicologica. Formulata in tal
modo, è un invito a rispondere "no", per spirito polemico o per un certo
complesso del martirio peraltro giusti
ficatissimo. Fortunatamente molti han
no con la propria diligenza ovviato
al pericolo di risposte non attendibili, dilungandosi nel rispondere aggiun
gendo persino lettere e postille alla
schedina. Resta comunque il tono ca
tegorico della domanda ad influenzare
gli scriventi su un argomento così
delicato, e perciò maggiormente sen
sibile ad interferenze esterne.
Ai primi tre quesiti si è risposto
nel modo riportato nella seguente ta
bella. Tabella n. 1
Salta subito all'occhio come la per
centuale degli studenti in corso sia
notevolmente maggiore di quella dei
f. c. Per contro è facilmente intuibile
che il fatto stesso di lavorare facilita
il fenomeno dei f. c., ed è determi
nante nel suo prolungarsi oltre un ra
gionevole numero di anni. L'avere le
risposte capovolto la presumibile si
tuazione reale rappresenta perciò un
caso abbastanza limpido di quel fe
nomeno che gli specialisti definiscono
come "campione deviato". Hanno cioè
risposto coloro a cui interessava ri
spondere; gli altri hanno trascurato
l’inchiesta, a parte quelli — e non
pochi — che non ne avranno nem
meno avuto sentore, non ricevendo
"Ateneo" o trascurando di leggerlo
nel modo più assoluto. Da questo pun
to di vista pare logico che gli stu
denti in corso siano più vicini alla vita
universitaria, e maggiormente si inte
ressino ai suoi problemi, anche perchè
hanno più fondate speranze che, dan
do con le loro risposte pubblicità a
determinati problemi, si arrivi in tem
po a risolverli a loro beneficio; e in
generale per quello spirito ottimistico, pronto agli slanci e meno disincantato, proprio di chi è più giovane. Dove in
vece i risultati sembrano rispecchiare
più da vicino la realtà, è nella suddi
visione dei lavoratori fra le varie fa
coltà. Il 33% di Economia e Com
mercio, il 26% di Legge e l'11% di
Magistero ci dicono chiaramente come
in queste facoltà, già di per sè fra
le più affollate, sia più facile per la
struttura medesima del piano di studi, che non impone gravose frequenze, giungere alla laurea pur dedicandosi
ad altre attività. Quanto al genere di
lavoro, il rapporto approssimativo di
1 a 4 fra occupazioni manuali e in
tellettuali è da prendersi con cautela, nel senso che il numero di risposte da
noi classificate come intellettuali sono
certamente in eccesso. Infatti in più
di un caso ci siamo trovati in imba
razzo nello scegliere fra le due cate
gorie quella che meglio si adattava alla
risposta; vuoi perchè l'attività denun
ciata era di quelle che per loro na
tura sfuggono ad una precisa defini
zione, vuoi perchè molte risposte ri
sultavano vaghe, probabilmente per il
desiderio di nascondere la natura non
precisamente intellettuale del proprio
lavoro. Valga come esempio la rispo
sta di un tizio, definitosi "tecnico di
veicoli", e che in tale ramo afferma
di aver lavorato dai quindici anni in
su: un po’ di senso comune basta per
comprendere come sotto l'elegante for
mula si celi qualcosa come un mecca
nico di autorimessa o giù di lì. Quin
di, per conservare alle risposte un va
lore attendibile, ci è parso opportuno
localizzare l’errore in senso definito:
cosi abbiamo posto fra i manuali quei
lavori che esplicitamente erano defini
ti tali; fra gli intellettuali tutti gli
altri, compresi gli incerti. A parte
stanno quattro persone che non hanno
risposto.
GLI STUDENTI DI LEGGE
PIU’ VARIAMENTE
OCCUPATI
Uguale metodo abbiamo adottato
per i motivi che spingono a cercare
un lavoro. Qui si è ancora di più nel
vago e la divisione fra chi pensa solo
al proprio mantenimento, o ad aiutare
anche la famiglia, o è sposato, può es
sere affetta da vari errori. Noi abbia
mo messo fra gli sposati o fra quelli
che aiutano pure la propria famiglia
solo chi esplicitamente lo ha affermato.
Gli altri, anche i dubbi, fra coloro
che pensano solo al proprio manteni
mento. Ciò non ostante a volte non
era nemmeno facile comprendere se
si trattava di mantenere la famiglia
paterna o la propria, dubbio che ab
biamo sempre risolto a favore della
prima ipotesi. Resta tuttavia quel quin
to di risposte genericamente alludenti
a motivi economici, il cui peso, da
distribuire fra le altre voci, può va
riare anche notevolmente le percen
tuali da noi poste in calce alla tabella.
Più che altro a titolo di curiosità
riportiamo una seconda tabella in cui
sono suddivise per facoltà le varie
professioni.
Tabella n. 2.
Un certo interesse presenta la lo
calizzazione in Economia e Commercio
della categoria impiegatizia (per lo
più bancari o statali), dell'insegna
mento in Magistero (e non in Let
tere, ma non è strano, trattandosi
per lo più di insegnamento elemen
tare); di tecnici in medicina, quasi
tutti però odontotecnici, il che è lo
gico; di giornalisti in Legge e Scienze
Politiche: di telefoniste un po' dovun
que, quando la risposta era di una
studentessa. Piuttosto saremmo curiosi
di sapere con maggior chiarezza in
cosa consistano alcune di quelle 5
mansioni direttive od amministrative
che compaiono nello specchietto. Co
me linea generale notiamo che Legge
è la facoltà in cui si ha maggior va
rietà di occupazioni: tranne che per
la pubblicità essa vanta almeno un
elemento con attività simile a quella
di altre facoltà, e per di più ben tre
attività sue proprie non comuni ad
altri gruppi (classificate tra le "va
rie").
Come si vede, le facoltà con scarso
numero di risposte non presentano
orientamenti di sorta, in quanto han
no le proprie unità disperse in occu
pazioni disparate. Quindi sempre solo
a titolo di curiosità, notiamo un certa
tendenza verso lavori del tutto estra
nei all’attività professionale che si pre
sume propria di dette lauree. A legge
solo 2 su 40 lavorano in uno studio
legale; a Lettere solo 3 insegnano e
nessuno dà lezioni private; a Inge
gneria solo 1 fa il tecnico.
Dal numero di ore denunciato dagli
scriventi appare evidente come la
massima punta si abbia sulle otto
ore lavorative, mentre relativamente
più basse stanno le sette e le no
ve ore lavorative. Sempre notevoli le
6 e le 5, molto meno le altre. Da no
tare che le 4 e le 3 ore giornaliere
appartengono per lo più ad insegnan
ti, e quindi corrispondono all’orario
reale che tale categoria generalmente
devo osservare. A parte stanno 7
persone che non hanno orario, il che
a volte può voler dire che lavorano
molt
o più delle 8 ore sindacali. E' il
caso dei 4 addetti ai lavori agricoli, dello studente che lavora in proprio
per sostituire il padre nell'azienda, della ragazza addetta alle mansioni
domestiche. Come con simili orari, che
— torniamo a dirlo — per la norma
lità delle persone comprendono tutto
il periodo della giornata da dedicare
al proprio lavoro, si possa ancora tro
vare il tempo di studiare, e frequen
tare se necessario, e dare esami; come
si risolva questo problema che sem
brerebbe superiore alle possibilità di
una persona comune, doveva chia
rirci il tenore delle risposte alla quar
ta domanda. Eccole:
Seguono il piano inc. % f.c. %
di studi 22 26, 8 0 0
Non lo seguono: 60 73, 2 49 100
Alla domanda complementare, se si
sentissero egualmente studenti, hanno
così risposto: inc. % f.c. %
Si sentono studenti 24 27, 9 10 20
Non si sentono
studenti: 62 72, 1 40 80
Le riserve già formulate sull’impo
stazione delle due domande ci per
mette di concludere subito notando
come il numero degli studenti in corso
che segue il piano di studi sia da con
siderare per eccesso. Inoltre molti di
coloro che si sentono studenti hanno
attribuito a queste parole un signifi
cato che a volte poteva falsare lo spi
rito della domanda medesima: non
sempre è risultato chiaro allo scriven
te come la domanda, contrapponendo
al sentirsi studente il sentirsi fuori
dal mondo dei problemi, ricerche, stu
di, vita dell'Università, implicitamente
affermasse che questo era per contra
sto il modo di essere e sentirsi stu
dente. In eccesso quindi, va stimato il
numero delle risposte affermative a
tale domanda, specie fra i f. c.
Più significative alcune risposte un
po' più estese o brani di lettere. "De
siderei sentirmi studente, ma mi sem
bra spesso invece, di essere quasi co
me un condannato ai lavori forzati"
scrive uno. "Di vita universitaria non
se ne parla, forse sono già troppo
vecchio a 22 anni" confessa triste
mente uno studente di medicina.
Una studentessa di legge si sente
avvilita "perchè staccata dal mondo
universitario", un'altro termina addi
rittura la sua frase con un "e ora
lasciatemi in pace", più significativo
di ogni lunga concione.
Tacitanamente uno studente di In
gegneria scrive: "L'Università è per
me il luogo dove si danno esami e si
pagano le tasse", mentre un altro so
stiene che per "noi (studenti lavora
tori) non esiste vita universitaria e
vita civile, ma solo vegetazione". Solo
in alcuni la sensazione di essere pri
vati di qualcosa che loro spetterebbe
è compensata da un senso di superio
rità nei confronti di chi ha come sola
occupazione lo studio, e vi preferisce
una vita oziosa e inutile che esclude
quella via "veramente universitaria"
che gli studenti lavoratori non seguono
per impossibilità materiale. E non
manca chi volge le proprie disavven
ture al ridere, descrivendosi come tren
taseienne (più barba e baffi), con mo
glie e due figli che a turno si am
malano regolarmente venti volte al
l’anno; con le conseguenti tragicomi
che situazioni, che vi lasciamo imma
ginare. Ma in lui, come in tanti al
tri, abbiamo trovato una spontanea
affermazione, che resta il miglior pre
mio per le fatiche di tutti quelli che
collaborano ad "Ateneo". Questo no
stro foglio, così sovente vilipeso da
altri studenti, appare nelle righe acco
rate dei più come l’unico legame con
la vita universitaria. Per comprensibili
motivi non riportiamo certi elogi e pa
role di incoraggiamento che tuttavia, anche se non meritati, ci rivelano
quali importanti aspetti possa presen
tare il nostro compito di compilatori
di "Ateneo". Questo, di unico legame
con i nostri colleghi lavoratori, giusti
ficherebbe da solo l'esistenza del no
stro e vostro giornale.
IL PROBLEMA DELLE
FIRME E DEGLI ESAMI
Le principali critiche che emergo
no nelle risposte riguardano l'operato
dei professori, sia per quanto concerne
le firme che per il trattamento usato
agii esami. Per le prime gli argomenti
sono ben noti, e già "Ateneo" ha
avuto occasione di trattarne; per gli
esami appare un generale scontento, in quanto per i professori, secondo
gli scriventi, il fatto che uno studente
lavori influenza negativamente il giu
dizio. Invece di essere un titolo di
merito per invitare ad una benevola
indulgenza, si trasforma a volte in
uno strumento di umiliazione, in un
"pensi a lavorare e non a studiare", "
io non l'ho mai visto e non mi in
teressa che cosa lei faccia".
Sulla veridicità di tali osservazioni
non vogliamo decisamente pronunciar
ci : resta tuttavia il fatto che al contra
rio i datori di lavoro vengono in ge
nere nominati solo per dirne bene, ringraziarli per i permessi largamente
concessi in occasione di esami e per
la loro comprensione per i problemi
dello studente. Tanta benevolenza ver
so chi dovrebbe essere un facile capro
espiatorio dei disagi in cui versano
gli studenti lavoratori, rivela quindi
una obbiettività di giudizio che ci
spinge a considerare sostanzialmente
fondate le critiche al corpo insegnan
te. Seppur in misura minore viene la
mentata l'indifferenza e l’isolamento di
cui gli studenti lavoratori vengono cir
condati da parte degli studenti rego
lari; anche se qualcuno ha invece af
fermato di mantenersi al corrente del
l'
andamento delle lezioni tramite i
compagni regolari, rimane il fatto non
controvertibile di una generale trascu
ratezza, per i disagi altrui, di cui tut
ti noi non possiamo non sentirci col
pevoli.
Per ultimo abbiamo lasciato le pro
poste concrete suggerite dagli scriven
ti. In genere si domanda che almeno
gli assistenti destinino delle ore spe
ciali per informazioni agli studenti
lavoratori; che le biblioteche funzio
nino con un orario serale per chi di
giorno è occupato; che alla sera o
nei giorni semifestivi si tengano corsi
speciali per studenti lavoratori, in cui
si faccia una sintetica ripetizione de
gli argomenti più importanti trattati
a lezione, come — secondo alcuni —
avverrebbe già a Milano e a Genova.
Ed eventualmente si postula la possi
b
ilità di suddividere gli esami troppo
gravosi in colloqui sui singoli argo
menti; o di abolire per chi lavora gli
sbarramenti fra i vari corsi. Tutto qui.
Molto meno, a nostro parere, di quan
to loro spetterebbe di diritto. E pro
prio per questo vorremmo che la si
tuazione degli studenti lavoratori pre
occupasse di più quanti — professori, Opera Universitaria, Interfacoltà —
potrebbero fruttuosamente operare al
la soluzione dei loro problemi. Pensia
moci per tempo. Oggi ci chiedono
molto poco, ma se li trascurassimo, do
mani potrebbero tornare a chiederci
molto di più. E noi non sapremmo
cosa rispondere, nè trovare giustifi
cazioni, perchè in effetti non ne a
vremmo nessuna, se non la denuncia
della nostra incomprensione e del no
stro egoismo: come dire, del nostro
fallimento.
TABELLA N. 1
FACOLTÀ incorso f. c. n. c. t
ot. %
LAVORO MOTIVI
Man. INTELL. N.C.
Automan
tenersi
Aiutare
famiglia Sposato
Generic.
economici
Desiderio
di vita ind.
Economia 40 10 1 51 32, 95 3 47 1 13 16 5 15 2
Legge 17 23 — 40 25, 8 10 29 1 15 9 5 10 1
Lettere e
Filosofia 4 10 — 14 9, 3 3 11 — 4 8 1 1 —
Medicina e
Veterinaria 9 2 — 11 7, 6 7 4 — 5 2 2 — —
Ingegneria 4 3 — 7 4, 5 — 6 1 4 1 — 2 —
Scienze
Politiche 5 1 — 6 3.87 — 6 — 2 1 — 1 2
Farmacia 2 2 — 4 2, 58 2 2 — 3 1 — — —
Magistero 7 9 1 17 10, 9 16 1 11 1 1 3 —
Architettura 1 1 2 1, 29 — 2 — — l 1 — —
Chimica 1 1 — 2 1, 29 1 1 — 2 — — — —
Mat. e Fisica
1 - — 1 1, 55 — 1 — 1 — — —
Totale 91 62 2 155 — 26 125 4 60 39 15 32 5
% 58, 7 40, 1 1, 2 — 16, 75 80, 6 2, 65 38, 75 25, 2 9, 6 20, 6 3, 3
TABELLA N. 2
Impie
gati
Pubbl.
insegn. Operai
Telefo
niste
Lez. pri.
traduz.
Segre
taria Tecnici
Giorna
lismo
Ispett.
vigilan.
Mans.
dirett.
amm.
Lavori
agricoli
Pubbli
cità
Assist.
in Rappre
convitti sent.
VARI
Econo
mia
34 1 1
1
1 4
3
Pratica da commer sta 3
Proprio conto 1
Legge
13 4 3
2
1
1
3
1
2
1
2
1
1
Studio legale (aiuto) 2
Mans. domestiche 1Venditabibite1
Magist.
4 10
1
1
Lettere
e Filos.
5 3 2
2
1
Cassiera 1
Medic.
e Veter. 1 5
2
2
1
—
Ingegn. 2 1 2 1
Politic. 1 1
1
1
1
1 —
Architet.
1 1 —
Chimica
1 1 —
Matem.
fisica 1 —
Farmac. 1
1
1
1
—
TOTALE
%
61
39, 9
21
13, 72
10
6, 54
5
3, 27
7
3, 92
3
1, 9
6
15
9, 8
2
1, 31
3
1, 9
6
5
3, 2
7
4
2, 6
1
3
1, 9
6
3
1, 96
2
1, 31
9
5, 88
Collezione: Ateneo del 1 aprile 1955 (contiene il numero intero)
Etichette: a. r., Zorzoli Giovanni Battista
Citazione: Giovanni Battista Zorzoli; a. r., “Un problema umano e sociale che va risolto,” Riviste degli studenti, ultimo accesso il 24 settembre 2023, https://rivistestudenti.unito.it/items/show/1255.