I risultati della nostra indagine. Cosa ne pensano gli studenti sul controllo delle nascite, sul divorzio e sui rapporti sessuali (dettagli)
Titolo: I risultati della nostra indagine. Cosa ne pensano gli studenti sul controllo delle nascite, sul divorzio e sui rapporti sessuali
Autore: Paolo Berruti; Luigi Viglino
Data: 1966-01/02
Relazione: Ateneo, anno 17 n. 1-2 p. 4
Identificatore: 17_01-02_04_02
Testo:
PRIMI SONDAGGI FRA UNIVERSITARI TORINESI
I risultati della nostra indagine
Cosa pensano gli studenti sul controllo delle
nascite, sul divorzio e sui rapporti sessuali
Verso la metà del dicembre scorso, « Ateneo » aveva in
viato a 2600 universitari torinesi, presi a caso, una serie di
domande riguardanti il controllo delle nascite, il divorzio e il
comportamento sessuale. Sono pervenute alla redazione 348
risposte, cioè il 13, 4%, percentuale relativamente alta rispetto
alla media delle inchieste fatte con questionario inviato a
mezzo posta. Naturalmente, sul parere di quelli che non hanno
risposto, nulla possiamo dire; moltissimi non avranno rispo
sto per indifferenza a problemi di questo genere, negligenza, apatia..., ma certamente molti altri non hanno risposto in se
gno di disapprovazione o perchè ostacolati dai genitori che
hanno giudicato scandalosa la nostra inchiesta. Di conse
guenza i dati emersi dalle 348 schede non possono essere
estesi a tutta la popolazione studentesca, tuttavia rappresen
tano un gruppo vario ed interessante e su questo campione
noi baseremo i risultati della nostra inchiesta.
Veniamo ora ai dati. Di queste 348 risposte, 218 vengono
da studenti e 130 da studentesse. Inoltre 247 si professano
cattolici, 68 dichiarano di non appartenere ad alcuna religione
e 33 appartengono ad un'altra religione (protestante, valdese, ebrea) o si dichiarano solo genericamente religiosi.
Controllo delle nascite
Tutti coloro che ci hanno risposto sono unanimi nel con
siderare importante questo problema così attuale e contro
verso. Il 97% è decisamente favorevole al controllo delle na
scite. Inoltre è assai interessante rilevare che non vi sono
differenze significative tra maschi e femmine e tra cattolici
e non cattolici. Nel questionario si chiedeva pure se si rite
nessero adatti o sufficienti i mezzi di controllo esistenti. Un
9% non si è pronunciato; il 58% non accetta i mezzi attual
mente a disposizione e solo il 33% li considera sufficienti o
soddisfacenti. E' da notare che le femmine sono più favore
voli dei maschi ad applicare il controllo con i mezzi attual
mente disponibili (37, 8% contro il 31, 3%). C'è pure una lieve
differenza fra cattolici e non cattolici, i quali sono più favo
revoli dei primi al controllo (98, 5% contro 95, 1%).
Di solito, quando si dice controllo delle nascite, si è por
tati a parlare del problema della sovrappopolazione. Abbiamo
quindi chiesto ai nostri colleghi la loro opinione in merito.
L’86% di quelli che hanno risposto al questionario ritiene che
il controllo delle nascite sia strettamente legato al problema
della sovrappopolazione mondiale; i cattolici sono su questa po
sizione nella misura dell'82, 7%, percentuale che sale al 95, 6%
per i non cattolici. Meno sensibile invece la differenza fra
studenti e studentesse (86% e 91% rispettivamente).
Quali sarebbero i metodi più adatti per risolvere il pro
blema del controllo delle nascite a livello mondiale? Metà di
coloro che lo ritengono legato al problema della sovrappopo
lazione vede senz'altro la soluzione nella diffusione dei mezzi
di controllo. Un 10%, oltre a questo metodo, auspica pure un
controllo da parte di organi competenti, soluzione che un
14% considera come l'unica possibile. Altre risposte indi
cano l'educazione sessuale scolastica intesa nei suoi molte
plici aspetti. Cinque studenti propongono l'aborto.
Notevoli differenze appaiono qui fra i diversi atteggiamenti
religiosi: i cattolici sono più favorevoli ad un controllo da
parte di organi competenti che i non cattolici (18% contro
il 6%), mentre i secondi sono molto più favorevoli dei primi
al metodo basato sulla diffusione di mezzi e conoscenze sugli
antifecondativi (73% contro 41%). Questa differenza si spiega
considerando il gran numero di cattolici che propongono l'edu
cazione sessuale scolastica, contro 1 solo dei 65 non cat
tolici. Le studentesse sono più favorevoli degli studenti
alla diffusione di mezzi e di notizie sugli antifecondativi.
8 su 10 studenti, più le femmine che i maschi, ritengono che
il controllo delle nascite sia comunque un problema legato a
scelte singole.
Poco si sa, in realtà, sull'atteggiamento dei cattolici ita
liani, ed in particolare dei giovani, verso le posizioni ufficiali
della Chiesa su questo problema. Nel questionario si chie
deva ai cattolici se seguissero o avrebbero seguito il parere
esclusivo della Chiesa: 2 su 5 sì, 3 no. Quali sono le ragioni
addotte dagli uni e dagli altri? La maggior parte dei « sì »
è dovuta a una questione di coerenza: se sì è cattolici si
è convinti che il parere della Chiesa sìa giusto o che co
munque lo si debba seguire ugualmente per obbligo morale.
I « no » possono essere riassunti così: « per un problema di
libertà individuale », « perchè l'attuale posizione della Chiesa
sembra considerare l’amore un istinto che deve essere do
minato, e invece è un'esigenza (necessità) spirituale, che ri
fiuta di essere inquadrata in certi giorni del calendario, nel
caso non si possa o non si voglia avere una valanga di figli », «
perchè non ci si sposa solo per vivere insieme e non si può
dire di no a chi si ama ». E' interessante notare che la quasi
totalità (9 su 10) dei cattolici auspica un cambiamento nella
posizione della Chiesa, perciò è quindi evidente che la gran
parte (83%) di coloro che ne segue o seguirebbe il parere
esclusivo lo fa più per spirito di obbedienza che per intima
convinzione. Altro dato che è forse molto interessante: sola
mente un 6% dei cattolici che ci hanno risposto è piena
mente soddisfatto della posizione della Chiesa e ne segui
rebbe le direttive. L’autorità che eventualmente verrebbe se
guita da una buona parte dei cattolici, diciamo dissidenti su
questo punto, e dalla quasi totalità dei non religiosi, è quella
medica, sociologica, economica e scientifica in genere.
Abbiamo visto, sia pur velocemente, quale sia l'atteggia
mento mentale di questi studenti sul famoso « controllo ».
Quale è il loro atteggiamento pratico, sempre su questo scot
tante problema? Sembra emergere una completa coerenza fra
pensiero e azione; infatti più del 99% dei favorevoli al con
trollo delle nascite lo adotta o sarebbe disposto ad adottarlo, cattolici e non cattolici in uguale misura. Perchè? General
mente i motivi sono assai precisi e i tre fondamentali sono
ragioni economiche, la libera scelta dei figli, la vita sessuale
indipendente dalla procreazione. Per i non cattolici quest'ul
timo motivo ha un’importanza lievemente superiore agli altri
due, mentre per i cattolici ha una importanza decisamente
minore. Motivo relativamente frequente per i cattolici, soprat
tutto per le studentesse, è il desiderio dì una migliore edu
cazione dei figli. Infine oltre la metà di quelli che adottano
o adotterebbero il controllo ritiene di averne due o più motivi.
Il divorzio
Questo secondo problema trova oggi impegnata l'Italia in
battaglie pro e contro, e diventa più frequente la presentazio
ne di progetti di legge per risolvere la situazione dolorosa di
4 o 5 milioni di « fuorilegge del matrimonio », senza contare
la ancor più triste situazione dei milioni di loro figli. Non sta
a noi dare un giudizio sulla opportunità o meno di istituire il
divorzio in Italia, ma non possiamo nemmeno ignorare questa
tutt'altro che ridotta « minoranza » che sembra destinata ad
aumentare se si tiene conto di tutte quelle situazioni che ve
dono famiglie unite solo formalmente. Questo problema è
sentito da una grande maggioranza (86, 5%) dei nostri com
pagni che hanno risposto al questionario, percentuale un po’
minore di quella sul controllo delle nascite. Una notevole
differenza appare fra cattolici e religiosi in genere e i non
religiosi (84% contro 97% circa). Le soluzioni mostrano però, come è ovvio, una maggior disparità di opinioni fra cattolici
e non cattolici e all’interno stesso dei cattolici; su 10 stu
denti, 7 sono favorevoli al divorzio ed in particolare: la tota
lità dei non religiosi, circa l'80% dei religiosi non cattolici
e il 60% dei cattolici, dato quest'ultimo sorprendente consi
derando l'attuale posizione della Chiesa. « La libertà di ripa
rare un errore », « l’inutilità di un matrimonio che non si so
stiene più nell'amore », « nessuno ha il diritto di imporre ai
singoli una unione fallita », « è illogico che due persone ab
biano vincoli in comune quando di fatto sono degli estranei », « tutti possono sbagliare, ora questo in Italia non è possi
bile », « la vita in comune proseguita per conformismo, o la
separazione come è concepita oggi in Italia, impone compor
tamenti umilianti e in definitiva immorali », sono alcune mo
tivazioni dei « divorzisti ». Quali quelle degli « antidivorzi
sti »? «La minor serietà con cui verrebbe affrontato il ma
trimonio si risolverebbe in un danno per i figli, per la famiglia
e quindi per la società », « se si crede nel divorzio, implicita
mente non si crede nel matrimonio », « chi ha la disgrazia di
sbagliare può trovare nel sacrificio e nella Grazia la forza
per rispettare le leggi divine e umane », « l'amore in quanto
tale è unico ed eterno ». C'è anche chi scrive che « è assurdo
che noi (cattolici) pretendiamo, sia pure con validi motivi, di condizionare la libera volontà e la coscienza degli altri ».
Quanti in definitiva introdurrebbero il divorzio in Italia? Il 78%
circa, ma mentre non sorprende che i non religiosi siano tutti
praticamente favorevoli, è interessante rilevare come un 74%
dei cattolici sarebbe disposto ad introdurlo. Siccome il 60%
dei cattolici era favorevole al divorzio, c'è dunque un 14% di
loro che, quanto meno, ne ammette la necessità pur non con
dividendo il principio. Rimane comunque il dubbio se questa
insospettata percentuale di cattolici « divorzisti » possa ve
nire applicata alle centinaia di studenti che non ci hanno
risposto. Su 10 studenti favorevoli all'introduzione del di
vorzio, 3 auspicherebbero una legislazione di tipo nordico
dove il divorzio è relativamente facile, e 7 una legislazione
di tipo « italico », cioè il divorzio solo in casi particolari. I
cattolici in genere propendono per la soluzione « italica », mentre i non religiosi per quella « nordica ». Infatti mentre
circa un 63% dei cattolici introdurrebbe un « divorzio pic
colo », soltanto un 13% introdurrebbe quello stile « nordico ».
D'altro canto, Il 64% circa dei non cattolici introdurrebbe
quello « nordico » e soltanto il 34% quello « italico ». Le stu
dentesse cattoliche sono le meno favorevoli ad un divorzio
« facile », mentre le studentesse non cattoliche sono le più
favorevoli a questo tipo di divorzio.
Comportamento sessuale
Il terzo argomento della nostra inchiesta ha suscitato, più
degli altri, le ire di molta gente e di molti giornali. Non ab
biamo nulla da rimproverarci, se non di non aver previsto un
così grande putiferio su un lavoro che ritenevamo modesto
preludio di uno studio più esteso e profondo. Volevamo sa
pere cosa pensassero gli studenti universitari sui limiti posti
in questo campo dalla morale e dalla società, e come effetti
vamente si comportassero. Non intendiamo darne ora un giu
dizio positivo o negativo, ma semplicemente raccogliere i
dati reali su cui altri potranno poi discutere con un certo
fondamento.
Ecco qui le risposte, fredde nel loro aspetto di numeri e
di percentuali, ma di cui non si può non tenere conto. Cosa
pensano gli studenti universitari dei rapporti sessuali pre
matrimoniali? Di quelli che ci hanno risposto, metà sono
contrari e metà favorevoli. Favorevoli, dei cattolici, sono 2
su 5, e dei non religiosi 9 su 10. Dei maschi sono favorevoli
3 su 5 e delle femmine 2 su 5. Mentre fra i non cattolici non
c'è differenza tra i due sessi sul giudizio verso il rapporto
sessuale pre-matrimoniale (1 a 1), fra i cattolici le femmine
sono di gran lunga meno favorevoli dei maschi (1 a 2, 3)
Come si sa, sulla liceità o sulla opportunità di avere rapporti
pre-matrimoniali ci sono diversi giudizi. Avevamo perciò po
sto la domanda a quelli favorevoli: a) solo per l'uomo?
b) anche per la donna? Un 14% ammette ì rapporti pre-ma
trimoniali solo per l’uomo e l’82% anche per la donna. Su
26 studenti difensori del diritto esclusivo « maschile », 24
sono cattolici, 1 è ateo e un altro è religioso, ma non catto
lico. Su 10 cattolici favorevoli ai rapporti pre-matrimoniali, 7 sostengono la parità fra i sessi in questo campo, mentre
i non religiosi la sostengono all'unanimità. Di quella metà
di tutti gli studenti che non sono favorevoli ai rapporti pre
matrimoniali, i cattolici motivano questa loro posizione con
il rispetto della morale (3/5), mentre 1/5 lo motiva con il
timore di mettere al mondo dei figli illegittimi o con il rispetto
delle convenzioni dell'ambiente: il rimanente quinto espone
altri motivi, fra cui « il rispetto della persona amata » o « l'in
sicurezza che ne deriverebbe nei confronti della futura fe
deltà coniugale ». « Preferisco donare il mio corpo per la
prima volta a quella che sarà la mia sposa davanti a Dio »
scrive un venticinquenne di Legge. Una studentessa aggiunge
che non vuole « violare diritti che sono esclusivi del matri
monio » e una ventunenne afferma che « il darsi ad un uomo
è la prova più grande di amore e non è il caso di sfruttarla
sovente; se poi capita che lui sia proprio quello "giusto", allora è molto meglio lasciare al matrimonio uno dei suoi
momenti più belli ».
Questo il parere. Vediamo il comportamento. Metà degli
studenti che hanno risposto al questionario ha avuto rapporti
sessuali pre-matrimoniali. Notevoli differenze appaiono fra
cattolici e non cattolici: infatti mentre dei primi ne ha avuti
il 43%, tra i secondi si sale al 73%. Per ogni 4 studenti cat
tolici che hanno avuto rapporti, meno di una studentessa cat
tolica li ha avuti, mentre su quattro universitari non religiosi
con esperienze prematrimoniali, più di tre ragazze non reli
giose ne hanno avute.
L’età media della prima esperienza sessuale si aggira sui
18/19 anni (gli studenti un po’ più precoci delle studentesse):
uno scarto di qualche anno si ha fra l'età media delle stu
dentesse non cattoliche (18/19 anni) e di quelle cattoliche
(21/23). Incidentalmente, notiamo che la media dell'età degli
intervistati è di 22 anni per le femmine e 23 per i maschi.
Quanti sono gli studenti che attualmente hanno rapporti
pre-matrimoniali? Circa il 30%: tra i maschi il 37%, tra le
femmine il 20%. Grande la differenza a seconda della reli
gione: mentre oltre la metà (55%) dei non religiosi ha rap
porti, solo 1/4 (25%) dei cattolici ne ha. Maggior scarto ab
biamo sul comportamento delle studentesse: più della metà
delle non religiose ha attualmente rapporti sessuali, mentre
poco più di una su 10 delle cattoliche non sposate ne ha.
Una trentina di studenti, di cui 21 cattolici, hanno rap
porti con più di una persona. Di quelli che hanno attualmente
rapporti sessuali, più della metà li ha con il rispettivo fidan
zato o fidanzata; uno su 10 con persone sposate, 1/
3 con
più di una persona. Tra i maschi, quasi 3 su 15 con prostitute
(2 cattolici, 1 non religioso).
Per ogni 5 studenti che hanno attualmente rapporti ses
suali, 2 circa li hanno con un compagno (o compagna) uni
versitario. Tra le studentesse che hanno attualmente rapporti
sessuali prematrimoniali, quasi tutte (83%) delle non reli
giose e circa 1/
3 (36%) di quelle cattoliche li hanno con
studenti universitari. Lo stesso per i maschi cattolici e non
cattolici, seppure in rapporto minore: 1/2.
Questi giovani che hanno rapporti sessuali, hanno di con
seguenza il problema degli antifecondativi. Vengono usati? E
quali? Quasi 1/5 di costoro non li adopera. Tra quell'83% che
li usa, i più diffusi sono quelli cosiddetti « meccanici », poi
il metodo di Ogino-Knaus. Uno su dieci usa le famose « pil
lole ». Ci siamo chiesti se il comportamento reale corrisponde
alle posizioni di principio; abbiamo riscontrato che 4 su 5 di
coloro che erano favorevoli all’esperienza prematrimoniale ne
hanno effettivamente avute, mentre l'85% di coloro che non
erano favorevoli non ne ha in effetti avute. Se ne deduce
quindi che circa il 20% dei favorevoli non ha avuto alcuna
esperienza, mentre un 15% dei non favorevoli ne ha avute. Il
comportamento dei maschi sembrerebbe più aderente al loro
pensiero di quello delle studentesse: infatti quasi 9 studenti
su 10, convinti della liceità dell'esperienza pre-matrimoniale, ne hanno avute, mentre solo circa il 65% delle studentesse di
questo parere vi è giunto. In questo fatto può forse influire
la diversa condizione, in Italia, dell’uomo e della donna in
campo sessuale. La diversa condizione religiosa incide solo
sulle studentesse: tra le non cattoliche, oltre 2/3 di quelle
che si sono dichiarate favorevoli ai rapporti li hanno avuti, mentre tra le cattoliche solo la metà. Con chi questi studenti
e studentesse hanno avuto il loro primo rapporto sessuale?
Il 68% con coetanei (due su cinque in una relazione passeg
gera, 3 in una relazione stabile). Un certo numero di studenti
ha avuto la prima esperienza con prostitute (circa un terzo);
nessuna studentessa ha avuto il primo rapporto con uomini
sposati, mentre 8 studenti sono stati « iniziati » da donne spo
sate, e di questi 6 sono cattolici. E' raro che le studentesse
abbiano avuto il primo rapporto in seguito ad un incontro
passeggero (quale potrebbe essere una breve vacanza, una
festa, ecc.). Per i maschi è più frequente.
La verginità ha nel nostro paese un peso non indifferente
nel giudicare moralmente le persone, e le ripercussioni di
questo giudizio possono talora riflettersi sui rapporti tra per
sone e sull'istituto matrimoniale. Ai fini del matrimonio, 5 su
10 studenti considerano la verginità femminile apprezza
bile, 1 su 10 la considera indispensabile e pure 1 su 10 dan
nosa; il rimanente la considera indifferente. Nessuno dei non
religiosi considera indispensabile la verginità, mentre circa
il 14% dei cattolici la ritiene tale. 64% circa dei cattolici
contro un 18% dei non religiosi la considera apprezzabile.
Questi rapporti si rovesciano nel considerare indifferente o
dannosa la verginità: mentre nel primo caso i non religiosi
sono 47%, i cattolici scendono circa al 17%; e nel secondo
caso, contro un 3% di cattolici che considera dannosa la
verginità, si oppone un 33% dei non religiosi. Sul modo di
considerare la verginità, maschile e femminile, ci sono giunte
numerose considerazioni oltre alle risposte. Una studentessa
diciannovenne di Fisica, cattolica, ha scritto ad esempio che
« non è l'integrità fisica che conta, è quella morale. La vergi
nità per calcolo, non giustificata da alcuna motivazione ideale, mi sembra una delle più grandi ipocrisie della nostra società ».
E un'altra, già laureata e iscritta ad altra facoltà: « apprez
zabilissima la verginità, ma ad essa ritengo preferibile la
castità che investe un intero sistema di vita ». Uno studente
di E.C., 22 anni, cattolico, scrive: « considero la verginità il più
bel regalo che si possa portare il giorno delle nozze alla per
sona che si unisce a noi. Quel giorno, oltre che offrirle la
mia anima e la mia vita sull'altare dinanzi a Dio, sarò orgo
glioso di offrire alla mia sposa anche il mio corpo che nes
suna altra donna ha avuto ».
Un altro studente dì E.C. ci ha scritto, a proposito della
nostra domanda sulla valutazione della verginità: « rispon
dere "dannosa" al quesito sulla verginità può voler signifi
care non una opinione o un desiderio, ma una accettazione del
costume. Sarebbe un delitto pubblicare, ad esempio, che la
maggior parte degli universitari "vuole" che la donna abbia
esperienze sessuali pre-matrimoniali, qualora essi abbiano ri
sposto così per un fenomeno, così importante in sociologia, quale è l'assuefazione ».
Per quanto riguarda la verginità maschile, solo 1/3 (contro
più della metà per la verginità femminile) la considera ap
prezzabile, mentre si dimezzano quelli che la ritengono indi
spensabile. Quindi in genere vediamo un aumento di coloro
che la ritengono indifferente o dannosa. Ed è, in effetti, un
risultato consono all'atteggiamento generale degli italiani, che
in questo campo considerano l'uomo più libero della donna.
Questo atteggiamento, se pure in diversa misura, lo troviamo
sia tra i cattolici che i non cattolici. Il 72% dei maschi e delle
femmine cattoliche considerava infatti apprezzabile o indi
spensabile la verginità femminile. Questa percentuale nei
confronti della verginità maschile scende al 57% tra le stu
dentesse cattoliche e al 47% tra gli studenti cattolici, cioè
sembra che le donne apprezzino di più dei maschi la vergi
nità maschile. Per i non religiosi, dal 17% che considera ap
prezzabile la verginità femminile, si scende per quella ma
schile al 13% tra i maschi e al 7% tra le femmine, il che
indica pure qui un atteggiamento diverso nei confronti della
verginità femminile e di quella maschile, e inoltre le ragazze
sono qui disposte a lasciare maggior libertà ai ragazzi. Il
numero di coloro che ritengono dannosa la verginità maschile
raddoppia rispetto a quello di coloro che ritengono dannosa
quella femminile. Metà dei non religiosi considera tale quella
maschile, mentre aumenta d'altra parte di 6 volte il numero
di cattolici di questo parere rispetto a quelli che ritenevano
dannosa quella femminile.
Il 79% degli studenti che ci hanno risposto, sposerebbe
una ragazza non vergine. Il 13% non la sposerebbe e un 5%
si riserverebbe di decidere a seconda dei casi.
Mentre il 74% degli studenti cattolici sposerebbe una
ragazza non illibata, e il 15% non la sposerebbe, per gli stu
denti non religiosi queste percentuali diventano rispettiva
mente 93% e 5%. Inoltre, tutti quelli che si riservano il giu
dizio, sono studenti cattolici, di cui rappresentano il 7%.
Paolo Berruti - Luigi Viglino
Collezione: Ateneo di gennaio-febbraio 1966 (contiene il numero intero)
Etichette: "Ateneo" inchieste, Berruti Paolo, Viglino Luigi
Citazione: Paolo Berruti; Luigi Viglino, “I risultati della nostra indagine. Cosa ne pensano gli studenti sul controllo delle nascite, sul divorzio e sui rapporti sessuali,” Riviste degli studenti, ultimo accesso il 24 settembre 2023, https://rivistestudenti.unito.it/items/show/2497.